Mirco Pieralisi, Giovanni Cocchi - 23-11-2004
Un percorso possibile nella scuola elementare per continuare la lotta contro la riforma
La posta in gioco
La lotta contro la riforma Moratti si trova di fronte ad una scadenza fondamentale: le iscrizioni alle nuove classi prime elementari. E’ evidente che questo tema è in primo luogo legato alla disponibilità di risorse in termine di organici che avremo di fronte successivamente, derivante dalla legge finanziaria e dalle sue applicazioni successive, ma non solo: occorre strappare un organico che mantenga la qualità della nostra scuola e non solo il suo puro funzionamento tecnico (es, in una classe a tempo pieno due insegnanti per 44 ore comprensive di compresenze e non 1,8 insegnanti per le lezioni frontali, dove l’1 diventerebbe automaticamente il tutor e lo 0,8 i “nienter”).
In questa sede ci occuperemo di quello che è possibile fare dentro le scuole sia in termine di pressione dal basso sia in termini istituzionale negli organi collegiali. Va ricordato che parlare di iscrizioni significa non solo parlare di come funzioneranno le future prime classi ma di come funzionerà (orari, organizzazione didattica, compresenze e altro) un’intera scuola.
Ricordiamoci che siamo cittadine e cittadini, non sudditi. Anche nelle riunioni istituzionali con i genitori siamo tenuti ad esporre le nostre idee, perché sono pedagogicamente motivate e non certo sanzionabili. E va anche detto ai genitori, in maniera chiara ed inequivocabile, che il nostro progetto didattico e le loro scelte dovranno fare i conti con l’assegnazione degli organici. Quindi informazione, vigilanza e mobilitazione!
Nelle prossime settimane i collegi dei docenti e consigli di circolo dovranno approvare mozioni “di indirizzo” sulla politica delle iscrizioni. Ricordiamoci che queste mozioni non possono essere oggetto di sanzione, tanto meno da parte delle direzioni regionali. E’ opportuno far riferimento, come abbiamo fatto lo scorso anno, alla normativa esistente non abrogata, alla legge sull’autonomia, al POF di Istituto e, se lo si ritiene opportuno, si possono citare quelle righe della circolare 29 che abbiamo ricordato in precedenza.
La posta in gioco
La lotta contro la riforma Moratti si trova di fronte ad una scadenza fondamentale: le iscrizioni alle nuove classi prime elementari. E’ evidente che questo tema è in primo luogo legato alla disponibilità di risorse in termine di organici che avremo di fronte successivamente, derivante dalla legge finanziaria e dalle sue applicazioni successive, ma non solo: occorre strappare un organico che mantenga la qualità della nostra scuola e non solo il suo puro funzionamento tecnico (es, in una classe a tempo pieno due insegnanti per 44 ore comprensive di compresenze e non 1,8 insegnanti per le lezioni frontali, dove l’1 diventerebbe automaticamente il tutor e lo 0,8 i “nienter”).
In questa sede ci occuperemo di quello che è possibile fare dentro le scuole sia in termine di pressione dal basso sia in termini istituzionale negli organi collegiali. Va ricordato che parlare di iscrizioni significa non solo parlare di come funzioneranno le future prime classi ma di come funzionerà (orari, organizzazione didattica, compresenze e altro) un’intera scuola.
Ricordiamoci che siamo cittadine e cittadini, non sudditi. Anche nelle riunioni istituzionali con i genitori siamo tenuti ad esporre le nostre idee, perché sono pedagogicamente motivate e non certo sanzionabili. E va anche detto ai genitori, in maniera chiara ed inequivocabile, che il nostro progetto didattico e le loro scelte dovranno fare i conti con l’assegnazione degli organici. Quindi informazione, vigilanza e mobilitazione!
Nelle prossime settimane i collegi dei docenti e consigli di circolo dovranno approvare mozioni “di indirizzo” sulla politica delle iscrizioni. Ricordiamoci che queste mozioni non possono essere oggetto di sanzione, tanto meno da parte delle direzioni regionali. E’ opportuno far riferimento, come abbiamo fatto lo scorso anno, alla normativa esistente non abrogata, alla legge sull’autonomia, al POF di Istituto e, se lo si ritiene opportuno, si possono citare quelle righe della circolare 29 che abbiamo ricordato in precedenza.